Ho avuto nella vita il grande privilegio, riconosciutomi non so esattamente perché, di aver vissuto lunghi periodi di vita con la mia Maestra. Sicuramente come nessuno di voi ha fatto. Onoro profondamente le nostre colazioni insieme, i suoi occhi azzurri attenti, le lunghe ore mentre, in silenzio, lei leggeva il giornale o un libro, circondata dalle piante del living, alcune delle quali io stesso le avevo regalato. Non so che fine abbiano fatto e non importa. Durante quelle giornate, alla fine dei pomeriggi piovosi di Buenos Aires, loro ci guardavano e immergevano il salotto in un nebbia sottile di magia in cui ogni ombra e i riflessi di luce dalla grande finestra, dipingevano Maria di un’aura viola chiaro. A volte dopo cena, quando lei si ritirava per concludere la giornata, incontro alla notte, avevo bisogno di uscire e camminare per ore da solo, nei viali di Buenos Aires per smaltire una sorte di ubriachezza che mi faceva tremare, una sbornia da alleviare per tanta vita, tanta forza.
La sua bellezza, intatta nel corso delle epoche e allo stesso tempo sempre diversa nello scivolare dei giorni, era motivo, a tratti, di battute ironiche che Maria rivolgeva a se stessa…Sinceramente le dicevo: “Maria sei bellissima” e lei imbarazzata come una adolescente mi rispondeva:” Davvero? Io mi vedo orrenda!” e prendeva quello specchio immaginario fingendo di guardarsi e spaventarsi di se stessa. Così ho imparato anch’io a non prendermi troppo sul serio e a ridere di
me piuttosto che puntarmi il dito addosso, nutrire aspettative sfinenti, coltivare immagini immutate di me…ora dopo ora, mese dopo mese, anno dopo anno, nutro piuttosto un’amorevole compassione nei miei riguardi e…lascio andare.
Maria rinasceva ogni mattina in quel testardo rimettersi a posto, presentarsi al mondo con cura minuziosa; un mondo che come sempre per tutti a volte è crudele. I suoi fiori fra i lunghi capelli, a testimoniare la bellezza di credere nell’esistenza, nonostante tutto. Maria non è mai stata un essere tiepido . Durante i suoi incontri alternava la dimensione del piacere e della gioia a commenti duri e imbarazzanti nei confronti di chi, come me, si distraeva ogni tanto e non si immergeva nel flusso della creazione senza ascoltarsi. Ho imparato e imparo tutt’oggi dal suo amore e dalle critiche severe. Poteva essere uno sguardo o le parole che arrivavano come una frustata. Come la ringrazio di questo alternarsi di incoraggiamenti e bufere. Tutto mi ha strutturato e mi fa proseguire fino ad oggi amandola senza limiti. Compreso quello della morte.
Qualcuno spariva per sempre detestandola ma molti si innamoravano per tanta forza, creazione, genialità. Costanza, determinazione.
Nonostante tutto.
Ed è qui, da questo “nonostante la vita e le sue sfide (devo dirlo? Alcune assurde) che comprendo come la vita sia la danza e viceversa. Non parole pronunciate a pappagallo, ma solide come diamante nel mio cuore. Io che seguo il cammino della mia Maestra. Nulla e nessuno può togliermi questo tesoro del quale sempre e ripeto, sempre, faccio di ogni mio istante la mia preghiera. Io che non so pregare. Questo è quanto ho da offrire al mondo, la fede nel movimento che mi attraversa e attraversa tutti, senza distinzione anche quelli che suppostamente non lo meritano.
Sempre, sempre, sempre.
Che strazio non saperlo e che meraviglia esserne coscienti.
Grazie Maria,
Ti amo.

Pio

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